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CAMPANIAFELIXTV ITALIA CANALE 268
14/11/2023
La kermesse presentata da Marisa Laurito ed Amnesty Intenational Italia per raccontare le sofferenze del popolo Iraniano, attraverso la musica e le parole di tanti artisti intervenuti.
L’intenzione è quella di dare, sia un concreto sostegno attraverso il linguaggio universale dell’arte per raccontare e diffondere ai popoli del mondo la drammatica realtà che affligge il popolo Iraniano e sia per appellarsi al governo di Teheran affinché rispetti i diritti fondamentali delle donne e dell’intera popolazione civile.
Il popolo Napoletano, insieme a tutti i cittadini del mondo, si chiede quali ragioni possano spingere una fiera Nazione come L’Iran con una storia di democrazia alle spalle possa permettere all’attuale potere in carica di comportarsi, nei confronti dei propri cittadini ,delle donne, dei bambini e degli stessi uomini, come belve assetate di sangue giustificando tutto quest’ orrore con il proprio credo religioso.
Uccidere per qualsiasi ragione non è nell’Onore degli uomini ne in quello di un Dio, uccidere per banali ragioni è un terribile abuso che genera solo ingiustizia e sete di vendetta. Per questi abusi e crimini, saremo giudicati in questa o nell’altra nostra vita. Nessun credo Religioso permette a chiunque di decidere della vita altrui.
Diversi gli artisti di spicco che hanno partecipato e si sono esibiti sul palco dello storico teatro partenopeo per raccontare, attraverso l’arte della musica e della parola , la drammatica realtà dei diritti umani in Iran.
Con Marisa Laurito, Fiorenza Calogero, Maurizio Capone, Marcello Cirillo, Francesca Corbo, Diana Iaconetti, Ciccio Merolla, Rosalia Porcaro, Patrizio Rispo, Dario Sansone, Santi Scarcella, Rozita Shoaei, Antonella Stefanucci, Maddalena Stornaiuolo e Lino Vairetti, Gino Aveta per Rai e tanti altri.
Hanno aderito alla manifestazione le associazioni Azadi, Annalisa Durante, Giuriste italiane, Non solo Chiara, Scuola di Pace, IoCiSto, la Fenice vulcanica, Corpo internazionale di Soccorso, Centro antiviolenza Ti ascolto, Spazio Aspasia, Udi Portici – San Giorgio a Cremano – Ercolano, A voce alta e la fondazione E-novation.
Terribili i dati di Amnesty International, dall’atroce decesso di Mahsa Amini nel settembre del 2022 a quello di Armita Garavand lo scorso ottobre, il popolo iraniano continua a protestare coraggiosamente per la propria libertà, chiedendo il rispetto dei diritti fondamentali, mentre il governo degli Ayatollah prosegue con la sua violenta repressione, ignorando le voci di chi chiede giustizia.
Dall’inizio delle proteste, più di cinquecento manifestanti sono stati uccisi, tra cui minori tra gli 11 e i 17 anni. Oltre ventimila persone sono state arrestate, sette manifestanti sono stati messi a morte e decine di donne e uomini rischiano di subire la stessa sorte a breve. Inoltre, centinaia di scuole in tutto l’Iran sono state attaccate con gas tossici, causando gravi danni a migliaia di giovani studentesse.
«Continuiamo a condannare fermamente le violazioni dei diritti umani in Iran. La comunità internazionale deve agire con urgenza per porre fine a questa ondata di brutalità e garantire che ogni individuo possa godere dei suoi diritti fondamentali in piena libertà. Crediamo nel potere dell’arte come strumento per far sentire più forte la nostra voce e la nostra solidarietà nei confronti del popolo iraniano», ha dichiarato Francesca Corbo di Amnesty International Italia.
La Laurito e gli altri artisti intervenuti con la loro concreta presenza si chiedono: Manifestare serve? Non lo so! Se lo facesse tutto il mondo forse sì! Ma so con certezza che non possiamo restare immobili di fronte a tutti gli orrori che oggi ci circondano», spiega Marisa Laurito, che prosegue: «Dopo circa un anno dalla morte di Mahsa Amini in Iran un’altra dolce e bellissima ragazza di 16 anni, Armita Garavand, è stata massacrata di botte dalla polizia morale perché non portava il velo correttamente. E dopo un mese di coma è morta! Mi chiedo quale Dio, clemente e misericordioso, vorrebbe la morte di tanti ragazzi che chiedono solo di vivere ed essere liberi? Manifestiamo perché restare in silenzio ci farebbe diventare complici».