Format di Veronica Federico
È opinione diffusa ormai che la società, intesa come aggregazione comunitaria di uomini e donne, abbia intrapreso il pericoloso declivio della decadenza, e che si stia imbarbarendo a tal punto, rispetto a quello dei secoli trascorsi, da non dare in avvenire più alcuna prospettiva alle generazioni future.
A nostro parere, tolti molti eletti intellettualmente impegnati che la compongono, la società odierna non è né peggiore, né migliore di quelle che ci hanno precedute nei secoli passati. Pensate forse che le orde combattenti al seguito di Attila, Gengis Khan, Alessandro Magno, Giulio Cesare, Annibale, Napoleone, e chi più ne ha più ne metta, abbiano scorrazzato per le campagne di tutto il mondo distribuendo alla gente fiorellini e caramelle? Questi uomini rozzi e incolti assoldati visti uno per uno come mere entità biologiche, vuoi per necessità o per mancanza di altre prospettive di vita, non avevano che una minima responsabilità dei loro delitti, ridotti com’erano allo stato servile di puro vassallaggio.
Le violenze e i soprusi di qualsiasi genere erano perpetrati nei tempi antichi come oggi avvengono ai danni delle più diverse forme di vita. Saponificatori, squartatori, matricidi, parricidi, soppressioni di neonati e bambini per opera di genitori indegni ci sono sempre stati, ahimè. Oggi forse cambia il metodo, ma le esecuzioni macabre avvengono egualmente.
Basti pensare al bambino, figlio di mafiosi, sciolto barbaramente nell’acido qui da noi qualche tempo fa, o all’altro bambino sequestrato, fatto a pezzi, chiuso in una valigia e fatto ritrovare dopo anni di ricerche. Sopraffazioni, ruberie, ingiustizie, appropriazioni indebite, avidità volontà di guadagno facile senza esclusione di colpi, abbrutimento morale, uso sfrenato di sostanze allucinogene, scadimento del senso della famiglia e del rispetto reciproco, e chi più ne ha più ne metta, sono una caratteristica comune, sia delle società passate che di quella presente. Da quest’ultima vista la sua evoluzione culturale ci si aspetterebbe un senso critico maggiore ma purtroppo quel modello “Homo homini lupus” continua a perpetuarsi ancora oggi e si mescola con i rituali psicotici di una società influenzata e edulcorata dalle visioni devianti di tutti i mezzi d’informazione.
Gli avvenimenti agghiaccianti come quello delle Twin Towers a New York o della strage di bambini in Ossezia, dei lanci di bombe americane al Napalm in Corea ed in Vietnam o delle atrocità commesse da Hitler, Stalin e tanti altri dittatori contro ogni etnia, razza o estrazione sociale sono solo la moderna appendice dei dittatori del passato.
E allora, le cose oggi vanno meglio o peggio di ieri? A questo interrogativo si può rispondere arguendo che l’indole dell’uomo è stato e sarà sempre lo stesso. C’è solo da rilevare che l’uomo oggi sta prendendo progressivamente coscienza della dicotomia bene – male che fino a ieri neanche concepiva, ne sono esempio i “Diritti dell’uomo” contenuti nei 30 articoli sanciti nel 1948 dalla Corte Internazionale dell’Aia, e sottoscritti dai Paesi democratici di tutto il mondo.
Qual è la conclusione a questa riflessione? Indubbiamente l’istinto animale resta tra le pieghe dell’urbanizzazione, sebbene questa abbia imparato a nasconderle bene, non posso che trovarmi d’accordo nel dire che la storia è un ciclo che si ripete con costanza e che, se imparare dai propri errori è importante, in certi casi colpevolizzarsi non è necessario.