COMMENTO sul Film “NERO”
Al Cinema Ariston di Mondragone, è stato proiettato "Nero",
il nuovo lungometraggio diretto da Giovanni Esposito, che è riuscito a coniugare
con autenticità il linguaggio emotivo del disagio sociale e della disabilità con
sorprendente delicatezza restituendo allo spettatore uno sguardo lucido, crudo ma
anche profondamente umano su temi spesso relegati ai margini della narrazione
collettiva.
Il film prende il titolo dal nome del protagonista, Nero, un uomo che vive in una
periferia urbana che sembra aver smarrito ogni forma di luce, fisica e metaforica.
Ma "nero" è anche il colore dell’invisibilità sociale, della solitudine, del
vuoto esistenziale che accompagna chi è costretto ogni giorno a confrontarsi con
una doppia emarginazione: la disabilità e la povertà. Nel film, queste condizioni
vengono raccontate con uno sguardo autentico e commovente senza, tuttavia,
cadere nella trappola del pietismo, né del didascalismo, anzi, lo sguardo del regista
è asciutto, onesto, e, a tratti, spietato.
Accanto a Nero si muove una galleria di personaggi altrettanto dimenticati:
coetanei imprigionati in un destino fatto di violenza e di sogni spezzati. La
periferia, in questo caso più che mai, non è solo un luogo geografico, ma
rappresenta uno stato dell’anima. Esposito la filma con realismo ruvido,
mostrando come il disagio sociale e quello individuale si nutrano a vicenda,
intrecciandosi in un ciclo difficile da spezzare.
Al centro del racconto emerge con forza una figura che sorprende per intensità e
complessità: Imma, la sorella del protagonista. Se Nero è il volto visibile della
sofferenza e della marginalità, Imma ne è l’anima nascosta, il contrappunto
emotivo, il cuore che batte nel silenzio. Ed è proprio in questa scelta narrativa che
il film trova la sua forza più autentica: la disabilità non viene spettacolarizzata, ma
integrata nel racconto come condizione esistenziale e sociale, come la stessa Susy
del Giudice, interprete protagonista dal talento eccezionale, ci spiega.
Giovanni Esposito costruisce il personaggio di Imma con straordinaria sensibilità. Il
cuore del film pulsa nel rapporto tra i due fratelli. È un legame complesso, fatto di
amore viscerale, ma anche di tensioni, incomprensioni, disperazione. Nero vive e
lotta per Imma e anche quando si allontana da lei per fare l’ennesima scelta
sbagliata, Imma resta ad aspettarlo. E in questo "restare" c'è
tutta la potenza del suo personaggio. È la sua costanza silenziosa a dare senso e
direzione alla vita del fratello.
"Nero" è un film che scava nelle ferite della società senza offrire
soluzioni facili. È un’opera che commuove senza ricattare emotivamente, che fa
riflettere senza prediche. Esposito ci consegna un racconto di amore e di rabbia,
ma anche di tenerezza e possibilità, un invito a guardare dove non vogliamo
vedere, ascoltare chi è stato messo a tacere, riconoscere dignità e valore in chi la
società relega ai margini. È un film che ci sfida a rivedere il nostro modo di pensare
alla disabilità, alla famiglia, alla povertà.
Una pellicola intensa e coraggiosa, dunque, piena di contrasti, che scuote,
commuove, fa riflettere e costringe ogni spettatore a fare un viaggio emotivo di
fronte ad un atto di verità, autentico e, oggi più che mai, necessario, capace di
raccontare l’oscurità con profonda umanità, con arte, cuore e coraggio, perché nel
buio, a volte, si possono trovare verità che la luce non sa mostrare. I due
protagonisti, Giovanni Esposito e Susy Del Giudice hanno ricevuto in dono una
targa in segno di gratitudine per aver realizzato alcune riprese nel territorio,
consegnata dall’ Assessore Raffaele Palmieri da parte del Comune di Mondragone,
del Cinema Ariston e del bar Kromosoma. Infine, sono stati premiati con il Premio
Nazionale e Regionale Campano, ovvero, con il Trofeo dell’Associazione Riviera
Domitia “VENERE SINUESSA” da parte del Presidente Vincenzo Buffardi, della
Vicepresidente Maria Immacolata D’Eugenio e di tutto il Direttivo.